Una regione, tanti vini

La regione Abruzzo è, fin dai tempi antichi, una terra rinomata per le sue uve autoctone ed i suoi particolari vini. Questa terra 'generosa, forte e gentile” deve ringraziare principalmente le sue peculiari condizioni pedo-climatiche e i diversi microclimi, la conformazione del suo territorio (montagna, collina e costa) e le caratteristiche geomorfologiche. Infatti, il terreno abruzzese è costituito fondamentalmente da arenarie, gesso e rocce provenienti da ceneri vulcaniche e le colline, in particolare, sono formate da arenarie ed argille-calcaree.

Il poeta latino Ovidio (43 a.C.-17 d. C.) originario di Sulmona, scrive nel secondo libro di raccolta di elegie amorose 'Amores': 'Sono a Sulmona, terzo dipartimento della campagna Peligna, piccola terra ma salubre per le acque che la irrigano... terra fertile di grano e molto più fertile di uve'. Parlando di 'uve' e non 'uva', Ovidio certamente alludeva alle varie differenti tipologie e all’ottima qualità del prodotto.

Se ne deriva che, già da allora, esistessero valide ragioni perché la Valle Peligna fosse resa famosa nel mondo per i suoi vini. In quest'ultimo quarto di secolo la vitivinicoltura abruzzese ha raggiunto, a livello nazionale ed internazionale, i vertici del settore enologico; questo grazie al miglioramento qualitativo della produzione ed alla minore attenzione rivolta alla pura e mera quantità.

I principali vitigni autoctoni coltivati nella regione Abruzzo sono il celebre Montepulciano d’Abruzzo, il prestigioso Trebbiano d'Abruzzo (Bombino Bianco), la desiderata Passerina, l’ambiguo Pecorino (condivide il nome con il noto formaggio), il personalissimo Montonico Bianco, la versatile Cococciola e l’antico Biancame.

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